Elementi di Analisi Transazionale – 2/4

Da http://www.viveremeglio.org/psicolog/anatran1.htm#introduzione     2/06/2013

LE TRE PERSONALITÀ

Durante la fase iniziale dell’elaborazione dell’Analisi Transazionale, Eric Berne ebbe modo di notare come le persone cambino il loro atteggiamento più volte nel corso di una giornata. Sembrava quasi che in loro si alternassero dei diversi stati mentali, proprio come se delle “persone diverse” prendessero il controllo della loro personalità.

Iniziò perciò a definire questi stati, che in ogni istante, controllano il pensiero e le azioni di ognuno di noi, con il nome di: “Genitore”, “Adulto” e “Bambino”. Le indagini, fatte in seguito, hanno confermato che ogni persona porta in sé questi tre stati, che rappresentano la sua personalità ed suoi genitori, nei primi cinque anni della sua vita.

Pertanto, nel corso del nostro studio, le parole “Genitore”, “Adulto” e “Bambino” non indicheranno un papà, un uomo che ha compiuto i 21 anni ed un bambino piccolino, bensì delle condizioni mentali che ora andremo ad analizzare.

Il GENITORE

Gli strumenti della mente diventano ceppi, quando l’ambiente che li ha resi necessari ha cessato di esistere. (Henry Bergson).

Il Genitore, può essere considerato un grande registratore a nastro magnetico dove, nei primissimi anni di vita, sono stati memorizzati i messaggi (amorevoli, critici, invalidanti, lusinghieri, ecc.) ricevuti da parte dei genitori ed educatori. Alcuni di tali messaggi, dal profondo della mente, hanno ancora un effetto quando la persona diventa adulta e possono alterarne il comportamento ed il modo di vedere le cose.

Solitamente i messaggi di papà tendono ad essere registrati come “Genitore Critico” e quelli di mamma come “Genitore amorevole”, pertanto i messaggi che abbiamo registrato si possono classificare in queste due grandi categorie:

  1. Genitore Critico (ordini o invalidazioni): Sei uno stupido – Non sei capace di far niente – Stai attento – Evita di parlare – Mangia la minestra che fa bene – Gli uomini non piangono mai – Sei apprezzato solo se sei ricco – ecc.
  2. Genitore amorevole (supporto amorevole): Hai ragione, tua sorella è proprio cattiva. – Poverino, cosa c’è che non va? – Quando stai male ti voglio più bene – Non andare con i compagni, non vedi che rimango sola? – Come farò senza di te? – ecc.

Se stiamo attenti a ciò che generalmente diciamo ai nostri figli scopriremo che, tutto sommato, usiamo le stesse frasi che sono state dette a noi tanti anni fa. È la parte “Genitore” in noi che le ripete inalterate nel tempo.

È da sottolineare che tutto ciò che una persona pensa di negativo sul suo conto gli è stato detto da altri, infatti, se una persona fosse sola al mondo non penserebbe certamente di avere qualche aspetto negativo. Pertanto ogni idea di questo tipo ha le sue radici nel Genitore Critico e non dovrebbe essere ascoltata. Questo è un fatto su cui dovrebbero riflettere tutti coloro che soffrono per qualche complesso di inferiorità.

 
IL BAMBINO

Se mi tocchi dolcemente,
Se mi guardi e mi sorridi,
Se qualche volta mi ascolti prima di parlare,
Allora io crescerò, veramente crescerò.
Bradley (9 anni).

Il Bambino è la parte pura ed istintiva in ciascuno di noi. È la parte che, nello stato libero e naturale, desidera affetto, ama giocare e inventare. Il Bambino allo stato naturale è anche capace di esternare i suoi sentimenti in piena libertà: ride, piange, si lamenta, corre, gioca, inventa qualcosa o fa il sentimentale in modo del tutto privo da timori o tabù.

Ogni bimbo che nasce è interamente nello stato “libero e naturale”. Questo comporta che, crescendo, dovrà necessariamente scontrarsi con gli adulti che non accetteranno tutto ciò che lui vuol fare od avere. Da questo fatto nasceranno pianti, urli e magari capricci. Questo modo di agire, ovviamente, dovrà essere corretto perché nella vita sociale non ci si può comportare in modo selvaggio. Subentrerà, perciò, l’azione del “Genitore” che porrà dei limiti alla libertà del “Bambino naturale”.

Questi limiti, all’inizio, sono generalmente posti con dolcezza. Purtroppo però, non sempre la dolcezza risulta efficace, subentreranno allora minacce e punizioni. Tutto questo, seppur criticabile, è necessario per educare il bimbo a comportarsi bene nell’ambiente sociale e famigliare. Il risultato di questa educazione, come si chiama normalmente, è un adattamento del bambino agli schemi sociali.

Risulta ovvio come, dopo questo adattamento, solo una parte del Bambino sarà rimasta libera e naturale perché alcune sue azioni o modi di esprimersi saranno stati limitati. Possiamo perciò dire che in ognuno di noi vi è un “Bambino libero” ed un “Bambino adattato”.

Il Bambino libero è ancora capace di agire in piena libertà mentre il Bambino adattato, nelle sue azioni, segue degli schemi ben precisi che, in altri termini, potremo chiamare “condizionamenti”. Questi condizionamenti sono tanto maggiori quanto più i suoi genitori sono stati severi ed autoritari.

Molte persone potrebbero applicarsi con successo ad attività artistiche se il loro Genitore Critico non avesse bloccato il loro Bambino mentre, nella prima infanzia, si esprimeva in modo libero e naturale.

Uno dei modi peggiori di condizionare un bimbo consiste nel “doppio vincolo”: un’azione che, qualora ripetuta, è in grado di creare un conflitto assai profondo nella sua personalità. Il “doppio vincolo” consiste di una frase in cui vengono affermate due cose di cui, la seconda è in netta contraddizione logica con la prima. Esempi: “Ti voglio molto bene, per questo ti punisco”, “Se lo fai ancora ti punirò duramente, ma non dovrai considerarla come punizione”.

L’ADULTO

Tra la parte “Bambino” di una persona ed i messaggi del “GENITORE”, si sviluppa nel tempo un mediatore logico e razionale che prende il nome di “Adulto”.

In ogni individuo compaiono queste differenti stati mentali o personalità, che possono essere più o meno sviluppate. Vi sono persone con un Genitore Critico molto grande ed un Bambino Naturale molto piccolo (sono serie, critiche, dure e autoritarie). Ve ne sono altre con un Bambino Naturale molto grande, un Genitore Critico piccolo ed un Adulto inesistente (sono gli irresponsabili che corrono dietro ad ogni tipo di desiderio).

Le persone equilibrate hanno un Bambino Naturale abbastanza grande, un Adulto che funziona ed un Genitore che offre messaggi utili per affrontare responsabilmente la vita quotidiana. Questi individui sono capaci di vedere come stanno realmente le cose e comportarsi di conseguenza.

COME SI ESPRIMONO LE TRE PERSONALITÀ

Genitore critico: Devi, Non devi – Se io fossi in te… – Non farlo mai più – Continua così e andrai all’inferno – Tu sei cattivo (stupido, ignorante, ecc.) – Non disturbare – Tu sei una maledizione per tutti noi – ecc.

Genitore amorevole: Che cosa penseranno i vicini? – Attento al freddo! – Senza di te non so che cosa farei? – Tu si che sei bravo, invece tua sorella… – Tu sei una benedizione per tutti noi – ecc.

Bambino Naturale: Non voglio! – È mio! – Ho paura! – Non l’ho fatto io! – Lo voglio! – Dammelo! – È colpa sua! – Raccontami una storia. – Voglio guardare la televisione. – ecc.

Bambino Adattato: Per favore, mi presti la penna? – Buona sera come sta? – La maestra mi ha dato un brutto voto, ha fatto bene perché non avevo studiato. – Non mangio le caramelle perché lo zucchero guasta i denti. – Potrei guardare la televisione per mezzora? – ecc.

Adulto: Quali sono i fatti? – Fammi capire bene come stanno le cose – Quali sono le ragioni? – Hai fatto i dovuti controlli? – L’incontro è martedì alle 14.00, vedrò di non mancare. – ecc.

Opinioni a confronto: Si supponga che in un ufficio arrivi un ragazza con la minigonna.
Bambino Naturale: “Però… guarda che gambe!”
Genitore Critico: “Dovrebbero proibire certi vestiti in un ufficio.”
Genitore Amorevole: “Poverina, chissà come soffre il caldo.”
Adulto: “Penso che una gonna un po’ più lunga sarebbe più adatta”.

I CONFLITTI

Secondo l’Analisi Transazionale, i conflitti non sono altro che la conseguenza di un’azione che il Bambino Naturale vuole intraprendere e che il Genitore Critico blocca con messaggio generalmente intimidatorio. Questo Genitore, alto quasi due metri, è ancora lì, come tanti anni prima ad intimorire, il “piccolo” bambino. Pertanto è ovvio che nell’animo di questa persona nascano delle paure che si possono riassumere con le frasi: “chissà cosa mi faranno”, “chissà cosa mi diranno”, “e adesso cosa faccio?”, “devo stare attento perché, se sbaglio, me la faranno pagare!”, ecc.

Questo spiega perché alcune persone vanno in crisi quando devono prendere una o più decisioni.

In una vita sana ed equilibrata, i messaggi del Genitore non dovrebbero mai arrivare direttamente al Bambino ma passare per il filtro dell’Adulto. È solo l’Adulto, che può fare un’attenta valutazione e decidere al di fuori dei timori che risalgono alla primissima infanzia.

La comprensione di queste paure è necessaria affinché l’Adulto possa fare un attento esame della situazione attuale. Le paure di un tempo, se non comprese ed eliminate, creano pericolosi pregiudizi e possono portare ad azioni o giudizi fuori luogo. I messaggi provenienti dal Genitore, sia esso Critico o Amorevole, andrebbero sempre analizzati, T. Harris ha detto che non vale la pena di basare la propria vita su un Genitore non analizzato, potrebbe avere torto.

 

Bibliografia.

  1. E. Berne, Guida per il profano alla psichiatria e alla psicanalisi,
    Edizioni Astrolabio, Roma, 1969.
  2. E. Berne, A che gioco giochiamo,
    Edizioni Bompiani, Milano, 1982.
  3. D. Yongeward & M. James, Winning with people,
    Addison Wesley Publishing Company
    Reading – Massachusetts – UA.
  4. Thomas A. Harris, Io sono Ok, Tu sei Ok,
    Rizzoli Editore, Milano, 1974.
  5. Wilhelm Reich, L’assassinio di Cristo, Sugar Editore, Milano, 1972,