Le cure infermieristiche complementari sono interventi olistici e naturali che possono essere affiancati alle cure mediche e infermieristiche tradizionali, con l’obiettivo di migliorare il benessere psicofisico dell’individuo. Queste pratiche non sostituiscono gli interventi basati sull’evidenza, ma possono integrarli nel piano di cura in ambito preventivo, curativo e riabilitativo.
La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha evidenziato l’importanza delle cure complementari nell’assistenza infermieristica, sottolineando la necessità di una formazione adeguata per garantire interventi sicuri ed efficaci.
Secondo la dichiarazione della Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche del 2002, sono cure olistiche e naturali tutte quelle pratiche che possono affiancare con utilità le cure ufficiali, sia infermieristiche che mediche (Bini et al., 2002)
Quella implementata dall’infermiere Counselor è una forma di relazione di aiuto che richiede al professionista dimestichezza nell’uso di tecniche del colloquio utili per intraprendere un percorso mirato che permetterà al paziente di affrontare consapevolmente e consciamente la propria patologia, sostenere la sua autonomia e l’autodeterminazione nella presa di decisioni. L’importanza di tale processo va ricercata nella possibilità di individuare le difficoltà, ma soprattutto le risorse possedute che possono incentivare la crescita personale (Il Counseling applicato all’assistenza infermieristica, https://www.nurse24.it/specializzazioni/infermiere-counselor.html, 2025).
“L’assistenza è un’arte; e se deve essere realizzata come arte, richiede una devozione totale e una preparazione, come qualunque opera di pittore o scultore, con la differenza che non si ha a che fare con una tela o un gelido marmo, ma con il corpo umano, il tempio dello Spirito di Dio. È una delle belle arti, anzi la più bella delle arti
” (Florence Nightingale).
L’infermiere è uno dei professionisti sanitari che più di tutti interagisce con il paziente e con quelli cognitivamente conservati instaura una sintonia tale da diventare un punto di riferimento da interpellare in caso di confusione ma anche quello su cui riversare le proprie frustrazioni nei momenti di disperazione.
Il colloquio acquisisce una certa importanza per l’infermiere, che necessita di competenze sempre maggiori, le stesse che hanno permesso di strutturare una relazione d’aiuto dinamica e in continuo cambiamento che con il tempo ha portato alla nascita di diverse professionalità: l’infermiere Case Manager, l’infermiere di famiglia e l’infermiere Counselor.
Quella implementata dall’infermiere Counselor è una forma di relazione di aiuto che richiede al professionista dimestichezza nell’uso di tecniche del colloquio utili per intraprendere un percorso mirato che permetterà al paziente di affrontare consapevolmente e consciamente la propria patologia, sostenere la sua autonomia e l’autodeterminazione nella presa di decisioni. L’importanza di tale processo va ricercata nella possibilità di individuare le difficoltà, ma soprattutto le risorse possedute che possono incentivare la crescita personale.
Il counseling applicato all’assistenza infermieristica permette all’operatore di promuovere nel malato la corretta individuazione di un problema o di un disagio, avvertiti prima di tutto nel rapporto con il proprio contesto di appartenenza.
Il counseling è un importante strumento nell’ambito della relazione comunicativa che si instaura tra infermiere-assistito-famiglia dell’assistito nelle fasi di accoglienza, degenza e dimissione. L’aiuto consiste proprio nel rendere possibile una riattivazione e riorganizzazione delle energie del paziente (cognitive, emotive, strategiche), partendo dal presupposto che in ogni persona ci sono delle potenzialità che permettono di sfruttare l’aiuto ricevuto e di farlo diventare una propria risorsa.